Le signore in rosso
Metti una fiera del fumetto che dura quattro giorni e che si svolge in una città discretamente piccola.
Metti che nei giorni di punta il numero dei visitatori che arrivano in questa città superi agilmente i centomila.
Metti che per entrare nei padiglioni si debba passare per uno spazio piccolo e carino che ricorda la porticina di Alice al Paese delle Meraviglie.
Va da sé che sono necessari dei Guardiani della Soglia, no? E nessuno è meglio dei ragazzi che quotidianamente vivono Lucca e che, abituati a vederla percorsa dalle solite facce note, si ritrovano faccia a faccia con migliaia di volti, dipinti, truccati, grandi, piccoli, barbuti o lisci, sorridenti o imbronciati – ma solo perché così vuole il personaggio.
Ragazzi e, naturalmente, ragazze, ché qui non andiamo tanto per il sottile.
Immaginate cosa voglia dire stare per ore in piedi sulla soglia, a scandire con precisione l’arcinoto binomio “bigliettoebraccialettoprego”, venire letteralmente calpestate dall’entusiasmo delle persone che, finalmente, dopo un anno di attesa possono di nuovo varcare la soglia di Lucca Comics & Games.
Immaginate di tornare a casa la sera spettinati, sudati ma infreddoliti e anche un po’ doloranti per la posizione scomoda che è durata per tutta una giornata o per i chilometri macinati: li avrete visti passare, i nostri baldi giovani, portando scatoloni sulle spalle, fondali in una mano e piantine della città nell’altra, e fare in su e in giù da una parte all’altra della città una decina di volte, novelli Hulk dotati di energia sovrumana.
E ora guardate di nuovo le ragazze che stanno alle porte e prestate loro attenzione per un momento; bionde, brune, alte o basse, le vedrete come una schiera ordinata di soldatini con due cose in comune: una sgargiante felpa rossa e un sorriso per tutti.
Magari non si muovono molto e penserete che è facile star lì sull’uscio a bacchettare i passanti e probabilmente sentirete anche un pizzico di invidia per “loro-che-possono-girare-per-i-padiglioni”, e non devono trascinarsi dietro armi pesanti.
E invece, eccola qui la forza delle nostre fanciulle, che magari non sposteranno pancali con un braccio solo, ma non mancano mai di rispondere a una domanda con un sorriso, che sia la prima o la centesima volta che la sentono nella giornata.
Io già lo so che quando tornerete a casa e guarderete le foto, in mezzo ai colori dei costumi, alle pose dei cosplayer e al tramonto di Lucca, ci sarà un’immagine in particolare che vi colpirà: sì, proprio quella lì, quella in cui si vede uno scintillio particolare…
No, non è la spada laser di Dart Fener, è proprio il sorriso delle ragazze di LC&G.
di Chiara Menicucci