Conosco la strada

28 ottobre 2014 Teo Benedetti

“Città piccola” sento dire in giro.
Centro piccolo in cuore di Toscana, che attraversi nel tempo di uno starnuto.
Certo, può essere vero.
Le distanze da queste parti sono relative.
Le strade sono sempre le stesse da percorrere.
“Via Fillungo sempre a diritto e poi giri alla prossima” è l’indicazione base per ogni turista che chiede un’informazione.
Sì perché si passa sempre di lì quando c’è da spostarsi in centro.
Il cardo e il decumano, che solitamente partono da San Michele, sono ribaltati invece nei giorni di Lucca Comics & Games. Certo esiste una via standard per uscire dal padiglione in Piazza Napoleone e raggiungere l’Ex Real Collegio (non sto neanche a dirvi qual è perché ci sono ancora le tracce della vostra colorata marcia avanti e indietro in quel tratto).
Ma non è solo una, perché Lucca è una rete di vicoli che presto o tardi conducono alla meta e in cui è favoloso perdersi anche quando si ha poco tempo.
Quei vicoli sono abituato a vederli vuoti, quasi deserti nella maggior parte dell’anno.
Non c’è flusso anche nella stagione turistica: è solo un passaggio per i cittadini.
E per il pubblico di Lucca Comics & Games.
Perché una cosa curiosa che ho notato in questi anni di Festival in versione cittadina (sì, quando eravamo accanto al fiume era una comunità molto più piccola) è che il pubblico che arriva da queste parti, nella famosa quattro giorni, è ormai parte del tessuto urbano.
Una delle frasi che sento dire spesso negli accrocchi di gente che si muovono in quella fila immensa tra la scesa delle Mura in zona Antico Caffè fino all’angolo del Loggiato Pretorio (no, non do riferimenti di stand perché da queste parti, ultimamente, si rivoluziona tutto a favore di sorprese…parecchie sorprese) è “seguitemi, conosco una strada”.
E vedo extracittadini – vi va bene se vi chiamo così? O preferite turisti dell’immaginario? – muoversi con abilità veterana per i vicoletti e sbucare “oltre le linee, oltre la confusione” per meglio raggiungere il loro obiettivo.
E se si perdono?
Non ho mai visto sinceramente un volto che affrontava con sconforto le stradine che piano piano si stringevano: mal che vada c’è tempo per una foto ricordo (ne ho viste un paio nell’amabile “Vicolo dello Strinatoio”) e poi via verso la meta.
Perché da queste parti è tutto apparentemente “così lontano ma così vicino”.
È tutto veramente a due passi…
Memento: se siete fuori e state dando le spalle alle Mura e non avete davanti il Padiglione Games, meglio se vi girate e tornate indietro perché in quel caso “vi state avventurando in lidi con bruma e mostri che non volete affrontare, tipo che ne so le signore che vanno a fare la spesa e vi intralciano gli zaini con le loro borse infinitamente più capienti”.
È tutto a due passi dicevo, e ve lo dice uno che cammina lento, strascicando i piedi e che si diverte a guardare ogni dettaglio.
Per me, che ci sia ressa o nessuno per la via, ogni istante va bene per guardarsi intorno e guardare i dettagli, i colori, ascoltare i suoni.
È quasi una sorta di manifestazione guardare, ogni giorno, questo posto con occhi nuovi cercando di ricordare qual è la strada (più vecchia) per far prima.
Ed è lo stesso sguardo che uso durante Lucca Comics & Games.
Volti, infiniti volti che mi scorrono davanti e dietro con mappe, zaini, borse, armi (ne ho presi di colpi da elementi in lattice e/o plastica…vabbè capita, è colpa dei vicoli che son troppo stretti), tutti in cerca della meta X.
E ogni tanto si sbuffa.
“Ma è lontano!”
No, ti posso garantire che niente è lontano da queste parti e che l’avventura è dietro ad ogni vicolo.
La prima volta sbagli: la seconda capirai come arrivarci prima e quel tratto sarà tuo, solo tuo. E presto potrai condurre nuovi stuoli di beginners nella tua Lucca al grido di
“Seguitemi! Conosco la strada!”

di Teo Benedetti