Il sabato del Lucca Village

1 novembre 2014 Teo Benedetti

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E giunse il terzo giorno, il “ci vediamo sabato” per intendersi.
Facendo due passi nelle vie e nei vicoletti, ti accorgi che tutti i cittadini del mondo dell’Immaginario sono qui oggi.
Sono qui o stanno per arrivare.
Cittadini colorati, cittadini sorridenti, cittadini affaticati ma radiosi, cittadini pazienti a pochi (tanti?) passi dalla meta.
Sto pensando a come sia la vista dall’alto, a come si possa descrivere questa catena umana che invade la città di Lucca e rende ogni singolo centimetro di questo spazio vivo e energico.
Perchè c’è energia nell’aria, c’è bellezza, c’è un insieme di “prego, scusi, permesso, grazie per l’informazione, buona giornata, a presto, a dopo, ciao”.
C’è un’invasione pacifica, una gioia e una dolcezza che contamina chiunque metta piede in questo spazio
E la colonna sonora di – dovrei mettere un numero ma lo diranno poi…per ora diciamo “infinite” – persone è un piacevole brusio, un tappeto di suoni che esplode al bisogno negli spazi dedicati.
“PERDINDIRINDINA HO TROVATO QUELLO CHE CERCAVO!”
Insomma, c’è il pubblico di Lucca Comics & Games. Quello del sabato di questo villaggio dell’Immaginario, che ha coltivato – prima – l’emozione di arrivare e ora c’è e può viverlo fino in fondo.
Sono ripetitivo come la campanella che richiama alle lezioni dopo la ricreazione – quella più odiosa – ma l’abbraccio che questo pubblico sa dare a questa manifestazione (e anche qualche scappellotto alla bisogna, siam sinceri) è qualcosa che non ho mai visto…e se ci penso mentre lo scrivo non posso non sorridere.
Ogni volta è un’emozione diversa sempre più forte.
È un’emozione che ti fa dire “non ho voglia di aspettare 361 giorni per sentire queste sensazioni: facciamolo durare tutto l’anno!”
In realtà, la manifestazione dura tutto l’anno per ognuno di voi, che l’attendete, la narrate, la preparate e poi la vivete come oggi.
Perchè Lucca Comics & Games non finisce.
È una seconda pelle che indossi e che porti sempre con te e che oggi risplende sotto il sole (e, sì, è anche impermeabile nel caso) in questa ricreazione dell’Isola che C’è dove la campanella che ti deve riportare in classe, là nel mondo Normale, non suona mai.

di Teo Benedetti