Intervista a Drew Karpyshyn

24 febbraio 2015 Senza categoria

drew_karpishin

Ciao Drew, è stato un piacere averti come ospite alla mostra Lucca Comics & Games. Iniziamo subito con le domande.

Per prima cosa, presentati ai nostri lettori. Ci piacerebbe sapere qual è il tuo bagaglio di esperienze per quanto riguarda fumetti, film, libri e altri tuoi hobby, fin da ragazzo.

Credo che il mio primo approccio a questo mondo sia stato quando ho visto Star Wars (il film originale) all’età di sette anni. Da qual momento in poi sono divenuto un grande fan della fantasy e della fantascienza. Da adolescente ho sviluppato un interesse per i videogiochi e il “cartaceo” Dungeons & Dragons, che hanno indirizzato la mia attenzione verso quel tipo di libri e film. Ma ci sono voluti quasi dieci anni dopo che mi sono diplomato alle superiori, in pratica, prima di iniziare a lavorare in questi settori. Nello stesso anno ho venduto il mio primo romanzo a Wizards of the Coast e sono anche stato impiegato da BioWare, fatti che mi hanno permesso di guadagnarmi da vivere facendo cose che amavo davvero.

Raccontaci come e quando hai iniziato a lavorare professionalmente per il mercato dei videogiochi. È stata una decisione conscia, un tuo sogno che si avverava, oppure qualcuno ti ha offerto l’incarico e tu ha detto “Perché no?”.

Dopo le superiori, ho sperimentato un sacco di lavori insoddisfacenti – ho guidato un furgone per la consegna dei giornali, ho fatto l’addetto ai traslochi e sono finito addirittura nel settore bancario, divenendo un consulente di prestiti e mutui. Ma dopo parecchi anni trascorsi così, ho deciso di tornare a scuola per conseguire una laurea specialistica in Inglese. Mentre frequentavo la scuola di specializzazione, nel bollettino del dipartimento di Inglese ho visto un piccolo annuncio di una ditta di videogiochi in cui si cercavano scrittori per lavorare su un gioco in stile D&D. Avevo appena venduto il mio primo romanzo ambientato su Forgotten Realms a Wizards of the Coast, così mi è sembrata una scelta naturale. Per quel poco che ne sapevo, la ditta era BioWare il gioco Baldur’s Gate II. Risposi all’annuncio, mi offrirono un lavoro a tempo pieno come scrittore e io non me lo feci scappare.

Per chi voglia costruirsi una carriera nel campo della scrittura di videogiochi, hai qualche suggerimento su come iniziare? Che genere di esperienza hai bisogno? Come puoi affinare le tue abilità? Penso che non ci sia una scuola apposita là fuori…

È difficile offrire qualche consiglio utile, perché io mi sono ritrovato quasi per caso in questo settore, essendo nel posto giusto al momento giusto. Come scrittore, devi essere certo che le tue capacità tecniche e di raccontare una storia siano solide, e per ottenere ciò puoi seguire corsi di scrittura creativa. Ma i giochi sono un campo molto specializzato, quindi non è semplice per certe persone sviluppare le giuste qualità. E perfino se hai le qualità adatte, è difficile entrare in questo mercato. È dura oggi cominciare con una ditta grande come BioWare – che era molto più piccola ai miei tempi. La maggior parte degli aspiranti autori dovrebbe fare esperienza lavorando in progetti e compagnie minori, alcune delle quali non pagano un granché. Raccomanderei inoltre di consultare siti Internet relativi al mondo del gioco, come Gamasutra (www.gamasutra.com) – di frequente appaiono post in cui si cercano collaboratori, e forum dove si trova gente interessata all’argomento.

Hai lavorato su marchi davvero importanti, come Star Wars e Mass Effect (più di una persona concorda che Mass Effect abbia la migliore storia di fantascienza per quanto riguardi i videogiochi). Quali sono le differenze, e le similitudini, nello sviluppo di questi due titoli? Quale preferisci e perché?

È ovvio che Star Wars e Mass Effect abbiamo molto in comune: ambientazione fantascientifica con i viaggi interstellari, un sacco di specie e culture aliene, e una potente forma di “magia” rappresentata dalla Forza e dalla biotica. Ma questi elementi sono frequenti in molti franchise di fantascienza; agli appassionati piace esplorare questo tipo di idee e di tematiche, quindi ritornano spesso. Comunque, penso che Star Wars abbia un sapore fantasy molto più intenso rispetto a Mass Effect. Star Wars è più incentrato su elementi narrativi universali e mitici, come l’eterna lotta fra luce e oscurità. Mass Effect d’altro canto è più vicino alla fantascienza hard. Vi si trova un sacco di ambiguità morale ed è difficile riconoscere i buoni dai cattivi. Ma non penso che uno sia meglio dell’altro, e sono felice di aver avuto occasione di lavorare su entrambi.

In questo periodo non stai lavorando nei videogiochi, e hai deciso di scrivere una trilogia fantasy, Chaos Born. Dicci qualcosa di questi libri: come hai creato questo universo fantasy? Qual è stata la tua ispirazione? Più Conan o Bilbo?

La trilogia Chaos Born è il mo tributo ai libri di classica fantasy eroica che leggevo crescendo. Si tratta di un viaggio di ricerca epica nello stile de Il Signore degli Anelli di Tolkien, La spada di Shannara di Terry Brook o I Begariad di David Eddings, con un tocco di cupo horror inspirato da Stephen King e Clive Barker. Tratta delle vite di quattro ragazzi nati dall’incantesimo di un dio esiliato; per discendenza sono condannati dal Caos a condurre vite piene di violenza e confusione. Le varie fazioni di questo mondo cercano di scovare e controllare questi ragazzi, che sono la chiave per il ritorno del dio bandito… o per la sua distruzione definitiva.

So che sei un giocatore “quasi” professionista di golf. Come e quando hai iniziato a giocare a golf? Dicci qualcosa di questa tua passione che è molto importante per te…

Penso che la strada da affrontare sia ancora molto lunga prima di diventare professionista! Ma gioco un sacco a golf – quattro o cinque volte quasi ogni settimana. È uno sport molto difficile da imparare, ma questo è il motivo per cui mi piace. È una sfida sia mentale che fisica, e ti permette di misurarti contro il campo, contro un altro avversario e perfino contro i tuoi precedenti risultati. Puoi giocare da solo o con altri, ed è un buon modo di stare all’aperto, respirare aria fresca e fare esercizio fisico. È anche un’ottima scusa per visitare luoghi differenti in tutto il mondo, dal momento che è uno sport popolare in molte, molte nazioni.

Giochiamo a “E se?”. Non sei uno scrittore, non ti piacciono i videogiochi e non giochi a golf. Chi è Drew Karpyshyn in questa realtà alternativa? Un agente FBI, un regista o che altro?

Mi piace pensare che potrei essere una qualche specie di narratore – questo è ciò che so fare meglio. Suppongo così che potrei essere nel settore cinematografico, o magari scrivere sceneggiature teatrali. Ma se non potessi fare questo, non saprei dove potrei essere. Mi stavo costruendo una carriera nel settore bancario e finanziario, e mi piacciono i numeri. Ma non l’ho trovato particolarmente appagante. Penso di essere fortunato di essere incappato in una carriera che mi permette di fare ciò che amo di più.

L’ultima domanda deve vertere sulla mostra di Lucca Comics & Games e sull’Italia in generale. Mi hai detto che questa fiera è molto differente dalle altre a cui hai partecipato: in che modo? Hai visitato l’Italia per 10 giorni, insieme alla tua squisita moglie, Jennifer: quali sono le vostre impressioni? E quello italiano è il miglior cibo del mondo?

Ho amato il fatto che la mostra era integrata intimamente alla vera città di Lucca. Quando visiti molte delle convention, la maggior parte delle attività sono all’interno di un gigantesco centro convegni – non hai la possibilità di vedere molto della reale città. Ma Lucca unisce un’incredibile città del Medioevo a migliaia di appassionati agghindati come i loro personaggi preferiti di giochi, fumetti e film. È surreale camminare per un’antica strada medievale e vedere intorno a te persone in costumi moderni.

Lucca è anche stata la mia, e di mia moglie, prima volta in Italia, così abbiamo finalmente avuto la possibilità di vedere parte di questo stupefacente paese. Abbiamo visitato Venezia, Firenze, Pisa e Roma, e abbiamo amato ogni minuto del nostro viaggio. Nel Nord America non ci sono migliaia di anni di storia che ti aspettano ad ogni svolta – la maggior parte delle cose è vecchia solo poche centinaia di anni. Perciò per noi è emozionante osservare come la società moderna si sia fusa con le culture antiche in modo da creare qualcosa di così unico. E naturalmente ho amato il cibo – mi pare che abbiamo mangiato prosciutto a ogni pasto; ne sono un po’ dipendente al momento! Sebbene io debba ammettere che mi è mancato il mio Tex-Mex e il BBQ verso la fine del viaggio. Non sono un cuoco, ma forse c’è una maniera di mescolare il Texas BBQ con il cibo italiano e scoprire una nuova, incredibile esperienza gustativa?

Interview with Drew Karpyshyn

Hi Drew, it was a pleasure to have you as guest during Lucca Comics & Games fair. Let’s start with the questions.

First of all, introduce yourself to our readers. We would like to know about your background in comics, games, movies, books and other hobbies, since your childhood.

I think my first introduction to this world was when I saw Star Wars (the original film) when I was 7. From then on I was a big fan of fantasy and science fiction. As a teenager I became interested in video games and pen and paper Dungeons & Dragons, which fueled my interest in those kinds of books and films. But it took almost 10 years after I graduated from high school before I actually started working in those fields. In the same year I sold my first novel to Wizards of the Coast and I also started working at BioWare, which allowed me to make a living by doing something I truly loved.

Tell us how and when you started to work professionally for the video games market. Was it your conscious decision, your dream come true, or somebody offered you the job and you said “Why not?”.

After high school I had many unsatisfying jobs – I drove a newspaper truck, I moved furniture and eventually I went into banking and became a loans and mortgage specialist. But after several years of this I decided to go back to school and pursue a Masters degree in English. While I was in graduate school, I saw a small add in the English department newsletter from a video game company looking for writers to work on a D&D style video game. I had just sold my first Forgotten Realms novel to Wizards of the Coast, so this seemed like a good fit. Little did I know, the company was BioWare, and the game was Baldur’s Gate II. I applied, and when they offered me a full time job as a writer, I jumped at it.

To everybody who wants to build a career in writing video games. Do you have some suggestions on how to start? What kind of experience do you need? How to craft your skills? I think there’s no school for this out there…

It’s hard to offer any useful advice, because I just sort of stumbled into the industry by being in the right place at the right time. As a writer, you would want to make sure your writing and story telling skills are strong, and you can take classes in creative writing to help with that. But games are very specific, and it’s hard to transfer those skills over for some people. But even if you have the skills, getting your foot in the door is difficult. It’s hard to start with a big company like BioWare now- they were much smaller when I went to work for them. Most candidates have to get experience by working with smaller projects and companies, some of which do not pay very well. I would also recommend looking at gaming related websites, like Gamasutra – they often have job postings, and forums where people can discuss things like this.

You worked on some very important brands, like Star Wars and Mass Effect (more than one agrees that Mass Effect is the best sci-fi story coming to video games). What are the differences, and the similarities, in working on these two titles? What do you prefer and why?

Obviously Star Wars and Mass Effect have a lot in common: a sci-fi setting with interstellar travel, many different alien species and cultures and a powerful form of “magic” represented by the Force and biotics. But these elements are common to many sci-fi franchises; fans like to explore these kinds of ideas and themes, so they come up again and again. However, I think Star Wars has a much stronger fantasy feel than Mass Effect. Star Wars is more focused on universal, mythical story elements, like the eternal struggle between light and dark. Mass Effect, on the other hand, is closer to hard sci-fi. There is a lot of moral ambiguity and it’s hard to tell the good guys and bad guys apart. But I don’t think one is necessarily better than the other, and I’m glad I got the chance to work on both.

In this period you’re not working for video games, and you decided to write a fantasy trilogy, Chaos Born. Tell us about these books: how did you create this fantasy universe? What is your inspiration? More Conan or Bilbo?

The “Chaos Born” trilogy is my tribute to the classic Sword & Sorcery fantasy books I read growing up. It’s an epic quest in the style of Tolkien’s The Lord of the Rings, Terry Brooks’ The Sword of Shannara or David Eddings’ The Belgariad, with a dash of dark horror inspired by Stephen King and Clive Barker. It follows the lives of four children born from the spell of a banished God; cursed by the Chaos in their blood to have lives of violence and turmoil. Various factions in the world seek to discover and control these children, who are they key to the banished God’s return… or his ultimate destruction.

I know that you are almost a “pro” golf player. How and when did you start golfing? Tell us about this passion that is very important to you…

I think I have a long way to go before I could ever turn pro! But I do play a lot of golf – 4 or 5 times almost every week. It’s a very difficult sport to learn, but that’s why I enjoy it. It challenges you both mentally and physically and allows you to test yourself against the course, another player or even your own previous scores. You can play alone or with others, and it’s a good way to get outside and get fresh air and exercise. It’s also a good excuse to visit different places around the world, since it is a very popular game across many, many countries.

Let’s play a “What if?” game. You’re not a writer, you’re not into video games and you don’t play golf. Who is Drew Karpyshyn in this alternate world? An FBI agent, a movie maker or what else?

I like to think I’d be a story teller of some sort – that’s what I’m best at. So I suppose I’d be in movies, or maybe writing plays. But if I couldn’t do that, I don’t know where I’d be. I was building a career in banking and finance, and I do enjoy numbers. But I didn’t find it very rewarding. I guess I’m lucky I stumbled into a career that lets me do the thing I love most.

Last question has to be about Lucca Comics & Games fair and Italy in general. You told me that this fair is very different from the other ones you’ve attended: in which way? You visited Italy for 10 days, together with your lovely wife, Jennifer: what are your impressions? And is the Italian food the best in the world?

I loved how closely the fair was integrated into the actual town of Lucca. When you go to most cons, most of the activities are inside a giant convention center – you don’t get to see much of the actual city. But Lucca combines an amazing medieval town with thousands of fans dressed up as their favorite characters from games, comics and movies. It’s surreal to walk down an old medieval street and see modern costume characters wandering past you.

Lucca was also my and my wife’s first visit to Italy, so we finally got a chance to see some of the amazing country. We went to Venice, Florence, Pisa and Rome, and loved every minute of our trip. In North America, we don’t have the thousands of years of history still standing around every corner – most of what we see is only a few hundred years old. So it’s exciting for us to see how modern society has blended with the ancient cultures to create something so unique. And of course, I loved the food – I think we ate prosciutto at every meal; I’m a little bit addicted now! Though I have to admit, I did miss my Tex-Mex and BBQ by the end of the trip. I’m not a chef, but maybe there’s a way to combine Texas BBQ and Italian into some new kind of amazing taste sensation?