Un Baccalario in salotto

30 ottobre 2014 Emanuele Manco

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Abbiamo posto alcune domande a Pierdomenico Baccalario, che ha presentato il suo ultimo volume Un drago in salotto questa mattina a Lucca Comics & Games.

Come è nata la storia del libro?
Ogni anno vengo a Lucca, e ogni anno torno a casa con un drago. Questa volta ho pensato a un drago un po’ diverso dal solito. Inoltre mi sono chiesto come continuassero le storie dopo il classico “e vissero felici e contenti”.
In questo caso, dopo il matrimonio arrivano dei problemi. La principessa vuole dipingere il castello di bianco, il principe di nero. Decidono quindi di vivere in due castelli differenti e la figlia rimane con la principessa.
Quando il drago arriva nel castello bianco rimane stupito, perché è dipinto di un colore inconsueto. Ancora più stupito quando incontra una bambina, che non è una principessa da rapire. Nasce un’amicizia con la bambina ma anche un’amore con la Principessa. Il drago rimane nel castello, con la scusa che il suo fiato aiuta a riscaldarlo. La vera storia comincia quando arriva il Principe e, dopo un’iniziale stupore, vince l’istinto di combattere il drago e comprende quanto sia importante nella vita della bambina.

Il volume si avvale delle illustrazioni di Claudia Petrazzi, com’è nata la collaborazione?
Avevamo l’esigenza di raccontare una storia a più livelli. Una storia che potesse essere compresa dai bambini, ma anche una storia che gli adulti potessero leggere imparando qualcosa a loro volta.
Claudia cui ha aiutato inserendo immagini che spiegassero velocemente i passaggi fondamentali, introducendo il livello di comprensione immediato.

Anche il linguaggio ha aiutato in tal senso?
Uno scrittore per bambini, mi ha detto una volta un grande scrittore, deve fare passare un oceano per un imbuto. L’oceano è la storia, con i suoi significati e messaggi. L’imbuto le parole che deve usare. Deve tenere conto del vocabolario che un bambino possiede e usare termini comprensibili senza banalizzare.
Spero di essere riuscito nell’intento.

Un passaggio molto interessante è quello in cui il drago non attacca il castello bianco, perché lo trova disarmato. Significa che nella vita molte volte tutto dipende dall’atteggiamento con cui approcciamo l’altro?
Gli incontri sono una questione di fiducia. Vivendo in Inghilterra ho notato che c’è un diverso approccio all’altro. Un’apertura maggiore. Questo porta il più delle volte a ricevere quanto si sa all’altro.

Ci saranno evoluzioni o seguiti della storia?
C’è un progetto in corso, per raccontare la vita quotidiana di questa famiglia allargata in una serie a cartoni animati. Uno degli episodi che ho scritto verte sull’incontro con i genitori del drago.
Nel tentativo di venirsi incontro, la famiglia della Principessa tenta di “draghizzarsi”, vestendosi male, comportandosi male a tavola. Dall’altro canto i draghi si presentano puliti e ben vestiti.
Questo significa che nessuna parte ha la ragione dalla sua, ma che nella vita ci si deve sempre venire incontro, accettandosi l’un altro.
Alcuni partner si sono detti interessati. Speriamo che si concretizzino.

Te lo auguro anche io. Grazie per la disponibilità

di Emanuele Manco