Vampiri, zombie e il paradosso di Fermi: Mark Rein-Hagen
“Sono una persona creativa, e le persone creative guardano sempre avanti a ciò che è nuovo, diverso, e non al passato”. Con queste parole inizia l’intervista a Mark Rein-Hagen, storico creatore del GdR “Vampiri: La Masquerade” e dell’ambientazione “Mondo di Tenebra”, ospite a Lucca Comics & Games 2015.
Animo da giocatore e spirito creativo, Mark ci confessa che Lucca lo ha entusiasmato sin da subito e, parlando di ‘Vampiri: La Masquerade’, si è presentato: “Mi sento come se il mio lavoro fosse entrato a far parte dell’immaginario che, insieme alla cultura di genere, definisce lo stereotipo dei vampiri. Anche se in futuro dimenticheranno il mio nome, sono sicuro che ricorderanno la mia opera. Ed è bello, soddisfacente. Ecco ciò che sono”.
Il lavoro che Mark presenta quest’anno è “I Am Zombie”, un progetto crowdfunding di grande successo che unisce la personalizzazione di un GdR alle logiche di un board game, creando un ibrido basato sull’interpretazione.
“Si prendono semplicemente cinque carte: non si ha bisogno di conoscere alcuna regola. Voglio che le persone abbiano la sensazione che si tratti di un gioco da tavolo, per quel senso di collaborazione nel combattere un nemico comune adoperando un minimo di strategia utilizzando segnalini, dadi e carte. Ma la cosa più importante resta l’aspetto ruolistico, per me l’interpretazione è tutto”.
Successivamente il protagonista della nostra chiacchierata diventa l’universo di Xenocosm, spostando la riflessione a livelli più “alti”. “L’idea che sottintende questo universo, composto da cinque giochi che ho già pianificato, si basa sul paradosso di Fermi. Sono rimasto affascinato dalla sua idea, che indaga su come sia impossibile che non esistano altre civiltà oltre la nostra. Da questo è partito il mio percorso creativo. Il progetto mi ha preso così tanto che io e il mio staff non riusciamo a parlare di altro! Proprio ieri, gli ho rivelato il finale di questo lungo percorso, mettendo insieme i pensieri e le idee narrative che lo compongono: a tutti è piaciuto, qualcuno ha anche pianto! Comunque, l’idea di questo progetto mi è venuta durante la celebrazione del 20° Anniversario di ‘Vampire: La Masquerade’. Mi sono detto, infatti: e se non avessi avuto ‘Vampire’? La prossima cosa che farò, quindi, sarà pianificare un lavoro cui dedicarmi per i prossimi venti anni”.
Riuscire a sognare, a dar vita a nuove forme di espressione, quando il proprio nome è rimasto collegato ad un gioco di due decadi fa, vuol dire sapersi rimettere in gioco, ricominciare a pensare, immaginare, creare, con lo spirito che si nasconde in un vero giocatore di ruolo.
Di Antonio Sansone