Ecco la febbre del sabato (sera)

31 ottobre 2015 Teo Benedetti

febbre

È arrivato il sabato e finalmente è salita la febbre!
Nel giorno più cool, più lungo, più – aggiungete qualcosa voi a vostro gusto – eccomi ammalato e con il naso gocciolante.
Sono a due metri dalla manifestazione e dovrei riposare tra quattro mura (quelle di casa, non quelle piene di padiglioni).
Sono a pochi passi da tutto e non dovrei uscire.
Uffa!
Mi sembra di esser tornato in terza elementare, quando dovevi stare sotto le coperte per la festa del tuo miglior amico.
La festa che avevi aspettato a lungo e che ti viene proibita all’ultimo istante.
Ma non voglio che riaccada, non voglio rivivere quei momenti perché oggi devo essere in quelle strade, sotto l’ennesimo splendido giorno di sole.
Mi guardo allo specchio ed effettivamente sono già pronto per sfilare in una parata zombie: non occorre né il trucco e cammino abbastanza dinoccolato e lento grazie alla temperatura che non vuole abbassarsi.

Ma non posso perdere questa giornata.
Ogni minuto che passo ad aspettare che l’aspirina faccia effetto, è un minuto sprecato per vedere cose, persone, eventi.
Per rubare scatti, momenti…
Anche per svenire nella folla se la medicina non fa effetto (ma questo è un altro discorso).

Ma non posso perdere questa atmosfera.

Qualcuno mi ha detto che nell’aria c’è un clima di festa, di serenità e allegria, che la città non è mai stata così bella.
È incredibile come riesca a percepirlo anche senza vedere il tutto avvertendo solo un leggero brusio che proviene dal centro.

So benissimo che là fuori c’è un mondo di bellezza e gentilezza che si muove per le vie del centro.

Gentilezza perché siete un pubblico bellissimo (lo so, ve l’hanno detto tante volte ma lo ripeterò fino all’infinito) e bellezza perché quest’atmosfera è merito vostro.

Alla fine di tutto, siete voi che fate salire la temperatura di questi giorni e la “curate” nel miglior modo possibile.

Perché voi siete la miglior medicina per tutto il tempo passato a rifinire, calcolare, aggiustare, preparare e concepire in lunghissime giornate e notti.

Siete il miglior virus esistente perché portate gioia pura e voglio esser contagiato da voi per tutta la mia vita.

di Teo Benedetti