Terry Brooks ospite a Lucca Comics & Games

28 ottobre 2016 Francesco Lodato

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Il prolifico autore fantasy torna dopo sei anni nella cittadina lucchese. In questo periodo ha dato vita ad altrettanti libri, giostrandosi tra le saghe di Landover e di Shannara e imbarcandosi al contempo nell’avventura televisiva dell’apprezzato “The Shannara Chronicles”, adattamento televisivo della sua saga più famosa.

Durante i suoi interventi, sia con i giornalisti che con i gli appassionati, Brooks punta molto sul rapporto tra romanzi e serie televisiva, non solo focalizzando l’attenzione sulla differenza tra i volumi letterari e l’adattamento per il piccolo schermo, ma anche puntualizzando come questa discrepanza sia, a dispetto delle critiche ricevute, un elemento positivo.

Per l’autore è fondamentale identificare i prodotti come due mondi correlati ma non interlacciati, le cui differenti necessità narrative richiedono approcci diversi: lui stesso si affida agli autori di MTV restando, in quanto romanziere, un passo indietro, per ricoprire un ruolo di consulente e coordinatore, fornendo informazioni e spiegazioni sul mondo da lui immaginato, esponendone le regole e limitando la propria influenza ad una funzione di controllo e regolamentazione.

Proprio per gli autori della serie, ha dato vita ad una serie trattati su alcune sfaccettature dell’universo di Shannara, come ad esempio il funzionamento della magia nelle Quattro Terre, spingendosi anche a consigliare loro di non squilibrare l’azione inserendo troppe scene di sesso gratuite (come in altre produzioni di genere), a meno che queste ultime non siano strettamente connotative ai fini della trama.

Proprio per sancire l’autonomia creativa della serie rispetto ai romanzi, sebbene stia lavorando ai volumi conclusivi della saga di Shannara, Brooks non intende riempire i vuoti tra i romanzi, ma preferisce lasciare spazio alla serie televisiva per muoversi in questo frangente temporale, specie tra gli eventi che incorrono tra “Le Pietre Magiche di Shannara” e “La Canzone di Shannara”, già a partire dalla seconda stagione. Così facendo, gli sceneggiatori avranno modo di lavorare sui gap tra i romanzi per raccontare gli accadimenti intenzionalmente lasciati da lui sullo sfondo nel ricambio generazionale che scandisce la decennale saga letteraria della famiglia Ohmsford e dei loro alleati.

Analizzando visivamente gli episodi della serie, l’autore riconosce che alcuni dei filler inseriti dagli sceneggiatori sarebbero stati utili anche nei romanzi e ammette quanto alcune scene, come quella della caverna di Paranor in cui Allanon si reca alla ricerca del Codice dei Druidi, posseggano una potenza visuale impossibile da replicare sulla pagina scritta.

Lui stesso ha lasciato molto liberi gli autori anche nel casting, interessandosi maggiormente alla componente emotiva rispetto a quella somatica delle proprie creature: ha accettato di buon grado le scelte più discusse dai fan, come quella di Bennet e Drayton nei ruoli di Allanon e Amberle, permettendo agli sceneggiatori anche di adattarne i caratteri ad un pubblico più giovane, a patto di non snaturarne i punti salienti ed il valore narrativo generale.

Per Terry Brooks la saga di Shannara, sia nella versione letteraria che in quella televisiva, è una storia generazionale: parla di una famiglia e dei suoi eredi, prendendoli come esempio e pretesto per illustrare una potenziale proiezione della società umana. Perché il fantasy è solo un altro modo di guardare il nostro mondo da una prospettiva differente, restandovi nel caso specifico il più aderente possibile, affinché gli scenari descritti nelle sue storie risultino riconoscibili e “possibili” agli occhi del lettore o dello spettatore.